Cliccando
sopra il titolo è possibile vedere il contenuto multimediale I files in formato .PDF possono essere letti con |
04/02/2007 Parrocchie di Ballabio Letta 11 volte ANCHE BALLABIO CON I GIOVANI DI LECCO AL SERMING Due giorni all' Arsenale della Pace a Torino. Un esperienza entusiasmante ! Autore : Francesca e Mari Sermig, Arsenale della Pace a Torino:questa è stata la nostra meta raggiunta con altri ragazzi delle parrocchie di Lecco. Non tutti sapranno cos′è il Sermig (servizio missionario giovani),fraternità della speranza che nasce nel 1963 da un’intuizione di Ernesto Olivero con grandi sogni: sconfiggere la fame nel mondo con opere di bene, la condivisione con i poveri e dare un ideale ai giovani cercando insieme con loro la via della pace. “La bontà è disarmante” è la sintesi del suo stile di vita. Il Sermig ha sede all’interno di un vecchio arsenale militare,recuperato e ristrutturato con il lavoro gratuito di tanti, soprattutto giovani. Al nostro arrivo siamo stati accolti da Alberto, un membro della fratellanza che ci ha spiegato in poche parole dove ci trovavamo, e dopo una veloce sistemazione degli zaini ci ha portato alla “fabbrichetta”, padiglione dove avviene lo smistamento dei vestiti e l’imballaggio dei generi alimentari, ma non solo. Come funziona? Per tutto il giorno le persone portano vestiti, alimentari, cancelleria e ciò che è richiesto all’arsenale che poi viene smistato ed imballato per le missioni umanitarie che ne fanno richiesta. Anche noi abbiamo lavorato per due ore insieme ad altri ragazzi smistando e inscatolando, questo è servito a capire come alcune volte non pensiamo a ciò che doniamo per i poveri,ma siamo convinti che loro possano accontentarsi anche di cose sporche e rotte. Mattia, un membro della fratellanza, ci ha spiegato che su 800 kg di vestiti che arrivano all’arsenale ogni giorno, 400 sono scartati e trasformati,dove è possibile in stracci di cotone che vengono venduti,i soldi ricavati servono per le spedizioni dei containers. In questi giorni,però,non abbiamo solo condiviso il lavoro ma anche i momenti di preghiera in un’affascinante chiesetta ricca di particolari interessanti e suggestivi sia esteticamente che per il loro significato: la croce è stata ricavata dal legno dalla ferrovia che entrava nella fabbrica, su di essa vi sono 77 chiodi come simbolo della frase del Vangelo che afferma “settanta volte sette”; è caratterizzata da due colori, il rosso che rappresenta il sangue e quindi il dolore e il bianco simbolo della speranza. Lo sportello del tabernacolo è stato preso da un forno a legna della fabbrica che riporta l’incisione della croce, simbolo dei Savoia e tutto intorno vi sono delle mattonelle di legno che costituivano il vecchio pavimento della fabbrica, che sono state pulite e lucidate da tantissime persone per poi riutilizzarle;interessante è sapere che per pulire il ferro e il catrame incrostati, per ogni singola mattonella ci sono voluti 40 minuti di lavoro.(mattonelle di 6x6). A cena abbiamo prestato servizio-mensa dove abbiamo conosciuto Paolo, un altro ragazzo della fraternità,che ci ha raccontato come vivono durante la settimana e con il quale abbiamo fatto tante tante risate. Di sera si è svolta una visita emozionante dell’arsenale dove è stato spiegato sia come il tutto è nato e sia le attività che si svolgono al suo interno, dalla scuola del restauro al poliambulatorio e molte altre cose. Una zona che mi ha colpito particolarmente,è stato un angolino nel quale era presente un sasso e dall’alto scendevano delle goccioline che battendo sulla pietra,la modellavano. Questa immagine vuole rappresentare il fatto che se ognuno dà e fa nel suo piccolo,è vero che il mondo può cambiare. Infatti,i membri della fratellanza ci hanno spesso ripetuto che il frutto di quella struttura,non è solo il loro lavoro, ben si’ anche quello di molte altre persone volontarie e giovani che visitano l’arsenale. Al Sermig ogni sera dormono più di 200 persone tra i membri della fraternità e gli ospiti. A queste persone viene offerta la cena,un posto dove dormire e dove potersi lavare,ma la cosa bella è che anche se poveri, donano un euro per altri poveri. Dopo una notte di riposo e una gradita colazione siamo tornati al lavoro. Si sono formati diversi gruppi in base al lavoro che veniva richiesto:c’era chi puliva il dormitorio maschile e femminile,chi i pavimenti dei saloni che avevamo utilizzato noi ragazzi,chi aiutava in cucina nella preparazione del pranzo e chi continuava il lavoro per le missioni umanitarie. L’atmosfera che si respirava era davvero allietante, ognuno metteva il suo impegno a fare ciò che era richiesto ma nello stesso tempo ci si divertiva. Alle 11.30 si è celebrata la S.Messa,anche questa particolare come un po’ tutto l’ambiente che ci circondava, accompagnata da canti e musiche molto coinvolgenti. All’offertorio tra i presenti girava un sacchetto, il sacchetto della restituzione,dove ognuno poteva restituire qualsiasi cosa:non solo monete ma anche un pensiero, un’immagine di qualcosa che lo aveva colpito o un difetto, insomma quello che ciascuno sentiva di donare dal proprio cuore. Dopo pranzo abbiamo incontrato Ernesto Olivero che ci ha fatto riflettere su vari argomenti: una frase mi ha colpito “...nella mia vita ho cambiato idea su tante cose e posso ancora cambiarla, ma su Dio no, non si può cambiare idea su Gesù”. La giornata è terminata con un momento di relazione e di confronto su cosa ci portavamo a casa dopo questi due giorni. Tante le cose che sono uscite. Di sicuro abbiamo capito com’è importante : - accogliere secondo le nostre possibilità - essere generosi anche con piccoli gesti - se siamo in tanti ,anche con piccoli passi la meta si raggiunge. Un esempio è il Sermig luogo di accoglienza, di bontà,di generosità e di pace. Al termine di questo confronto abbiamo salutato coloro che ci avevano seguito e assistito in questi due giorni,con una grande gioia nel cuore e con la speranza di poter un giorno ritornarci,magari nel periodo estivo. |
---|
[ Torna sopra ]