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18/01/2006
Parrocchie di Ballabio
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UN PELLEGRINAGGIO CHE CI HA CAMBIATO LA VITA
Il racconto eccezionale della cinque giorni milanese dei 4 giovani ballabiesi
Autore : Piazza Giacomo

Hanno voluto raccontarlo agli adolescenti i 4 giovani ballabiesi che sono andati a Milano per il “Pellegrinaggio di Fiducia sulla terra” l’ incontro ecumenico di Taizè dal 28 Dicembre 2005 al 1 Gennaio 2006. Erano 10 gli Adolescenti presenti all’ incontro di mercoledì 18 Gennaio.

Esordisce Fancesca: < All’ inizio io e Marianna abbiamo pensato che capodanno lo facciamo sempre, proviamo fare qualcosa di diverso. Siamo andati alla Parrocchia di Pessano con Bornago dove non conoscevamo nessuno, arriva gente straniera, cielo le lingue, come farò a parlare in inglese ! > Prosegue Marianna : < Vinte le paure è stato bello, un capodanno festeggiato con i tuoi amici, sembrava quasi che li conoscessimo da una vita ! >

Francesca : < In questa Parrocchia, siamo andati a collaborare con gli educatori presenti, ospitati da una famiglia di un ragazzo di li, come tutti per l’incontro. > Alberto : < Da subito questi ragazzi non ci hanno escluso, anzi, dopo poco tempo sembrava che ci frequentassimo da sempre. Ogni momento lo abbiamo vissuto assieme, anche con gli stranieri. Mi ha colpito che subito volevano entrare in contatto con te, chiederti che cosa succedeva in Italia. > Francesca : < Scambiare idee con queste persone è stato diverso, coinvolgente bello e molto divertente. >

Giacomo: < Un momento particolare è stato quando abbiamo fatto la Festa dei Popoli, i polacchi ad esempio, hanno presentato i loro balli tipici… era bello vedere che pur non capendo nulla tentavano di cantare in... torinese. Non capivamo nulla, ripeto, ma ci divertivamo assieme ! Francesca, Marianna e Alberto magari hanno dovuto pensarci su per andare a Milano, invece io di capodanni in discoteca ne avevo fatti tanti a 27 anni e mi piaceva l’idea di andare li a lavorare. E’ stato bellissimo, la prima preghiera ripetuta una cosa eccezionale. A tutte le feste che sono andato nei miei capodanni mancava quello spirito di fraternità e anche se io ero un po’ più vecchio, non mi sono mai sentito rifiutato, perché lo spirito dell’ incontro di fraternità, lo spirito che era sceso su Frè Roger e che gli ha fatto intraprendere l’opera, si vedeva molto bene a Milano. > Marianna: < La Preghiera è qualcosa di particolare: ci sono questi canti i cui ritornelli vengono ripetuti molte volte di seguito in questo modo li si imparava nelle diverse lingue senza sapere bene che cosa si dicesse, ma era bello vedere che lo cantavano tutti assieme. Era bello sentire tutti che cantavano. > Alberto : < Un momento importante della Preghiera di Taizè è il silenzio che è molto lungo, ti guardi in giro e scopri l’ atmosfera, le candele accese, i rumori, le persone vicino o lonano da te che non parlano che sembrano dormire… una cosa che ti colpiva. Ti perdevi un po’ in questo ambiente. Tre giorni di preghiera sono pochi per comprendere i 7 minuti di silenzio che venivano proposti, ma guardano le persone raccolte in se stesse che meditavano ti chiedevi a che cosa pensassero, quali fossero i loro pensieri. > Francesca : < Si, era un momento particolare, bastava girarsi per conoscere delle persone: questi interminabili minuti che ti sembravano non passare mai ti facevano pensare. >

Gli adolescenti ascoltano in silenzio il racconto dell’ esperienza dei 4 giovani a Milano. Riprende Francesca : < Suggestivo è stato il Rito della Luce. In questo rito dei bambini vanno ad accendere delle candele davanti ai Frè (frati di Taizè) e viene data a tutti salendo da inizio sala fino in fondo: è come un onda di luce che si propaga > Prosegue Alberto: < Questa luce, passata tra persone che non si conoscono ti dava il senso dell’ unione, della condivisione… > Giacomo : < Ognuno di noi è una fiamma, un fuocherello che non può provocare nulla, ma queste fiammelle messe tutte assieme possono provocare un incendio… Era bello anche solo da vedere questa propagazione della luce ! Un momento indimenticabile… >

Prosegue Marianna : < Stare con questi ragazzi cantando e ballando ti dava la carica di vivere intensamente questo momento vincendo tutti i tuoi timori e paure… > Prosegue Francesca: < E’ stato di più di quello che pensavo soprattutto riguardo al momento di preghiera. Una cosa unica ! Devo essere sincera: Gabriele ci aveva raccontato che era un esperienza intensa, ma non pensavo certo così piena anche se mi hanno detto che in Francia, a Taizè è un'altra cosa completamente diversa, più raccolta, meno caotica. >
Prosegue Giacomo : < L’incontro con gli altri è un esperienza fantastica, dopo cinque minuti che parli con uno ti sembra già di conoscerlo da una vita. E bello trovare delle persone che con fiducia, senza nessun pregiudizio si divertono in un modo spirituale. >

Alberto racconta la giornata tipo: < Siamo andati giù in 27 dicembre per aiutare e non solo per essere ospitati e dare una mano ad organizzare le ultime cose ospiti di Claudio, un ragazzo di quella Parrocchia. Il 28 era la giornata dell’ accoglienza, siamo stati dal mattino fino alle 16 nella Metro di Gongorzola dove accoglievamo i ragazzi che arrivavano e li accompagnavamo in Oratorio o in fiera dove venivano registrati ed accompagnati nelle varie famiglie. Poi c’è stata la preghiera che si poteva fare in Parrocchia o in Fiera, noi eravamo a 45 minuti dalla Fiera. >

Marianna : < Il 30 ci siamo svegliati alle 7, alle 8,30 c’era la preghiera in Parrocchia, dopo ci sono state delle riflessioni a tema sulle attività di varie Associazioni attive a Milano, oltre a la riflessione principale sulla lettera di Taizè che sarebbe stata ripetuta il giorno dopo in Fiera. Questa riflessione era trasmessa nelle rispettive lingue attraverso delle radio FM che i ragazzi portavano. > Alberto: < In Fiera alle 12 si mangiava (tralasciamo la bontà del menu soprattutto quello serale !) comunque ci si accontentava…Nel pomeriggio c’erano vari laboratori sparsi per Milano presso le varie Chiese, chi voleva poteva girare per la città, alle 17 si cenava, alle 19 Preghiera e quindi si tornava ospiti nelle famiglie della Parrocchia di riferimento. >

Giacomo ci racconta il 31, la sera di Capodanno: < Ci siamo trovati alle 23 in Parrocchia per la Preghiera spettando la mezzanotte, quindi alle 23 e 50 ci siamo spostati nel salone dell scuole preparato per la festa, quindi alla mezzanotte abbiamo festeggiato con botti, balli e canti ognuno con le proprie “tradizioni”: polacchi, torinesi e… abbiamo scoperto che un ballo tipico polacco è il ballo del qua-qua ! >

Chiude questo entusiastico racconto Francesca: < Il fatto che mi ha colpito in particolare oltre agli altri è stata la gioia che siamo riusciti a trasmettere anche in chi ci vedeva o incontrava ad esempio in metro che non poteva fare a meno di ballare e cantare con noi ! E questo credo sia il bello che abbiamo raccolto da questi 5 giorni…>

Un esperienza formidabile che gli adolescenti hanno seguito con curiosità, forse pentiti di non esserci stati, ma di andarci la prossima volta, magari direttamente a Taizè.

Febbraio 2006


[ I giovani ballabiesi con gli amici di Pessano ]

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