26/11/2007 Opinioni & Cultura Letta 78 volte QUANDO BALLABIO DIVENTA “SBALLABIO” ! Tra adolescenti e giovani si diffonde la voglia di “devastarsi” per sentirsi protagonisti e vivi Autore : Piazza Giacomo E’ grande la fantasia su Internet di alcuni adolescenti e giovani di Ballabio. Chi ci avrebbe mai pensato che bastava aggiungere una “S” a Ballabio per trasformarlo in Sballabio ? Già, Sballabio: sballo o devasto utilizzando anche l’illecito per lasciarsi andare il più possibile nel divertimento totale. Sono tanti, forse troppi, gli adolescenti e giovani, che si ritrovano annoiati in vari luoghi, indifferenti ad ogni richiamo di serietà. Numeri in aumento così come in diminuzione è l’età delle prime trasgressioni. Che cosa vogliono ? Che cosa cercano ? In realtà niente… Solo di trovarsi e ritrovarsi, di fare gruppo senza adulti tra i piedi a richiamarli al valori cristiani o laici della nostra confusa società che riesce solo a mostrare loro un futuro nebuloso in cui il divertimento sfenato è una ragione di vita. Sono d’accordo con il Presidente Tambozzo dell’ ASC Ballabio quando afferma che: - … E’ bene che il paese sappia quello che è accaduto [ il 17 Novembre ndr ] perché la cosa peggiore è far passare come normale un episodio che di normale non ha nulla – [ Giornale di Lecco del 26/11/2007 ] Anche se c’è il rischio che chi ha fatto questo “casino” possa diventare agli occhi dei loro coetanei un mito, un esempio, di come solo cose forti possano far sentire vivi ragazzi vuoti, demotivati e lasciati a se stessi. Già, la “normalità” dello sballo e della trasgressione che sempre più ragazzi amano, perché è l’unico che li fa sentire vivi, protagonisti di una vita percepita come banale e vuota. - Mi vedo che faccio “cazzate” quindi sono vivo! Più mi devasto più mi sento di esistere ! - E’ questo il loro motivo per vivere ! Basta inserire in Google o You Tube qualche parolina magica per trovare una miriade di filmanti con adolescenti dai 14 ai 17 anni ubriachi o fatti che mostrano le loro bravate a tutto il mondo diventando esempio per altri ragazzi ! C’è negli adolescenti e nei giovani un disprezzo verso il mondo degli adulti o verso situazioni "normali" che vengono percepite come ostili o ipocrite incapaci di ascoltarli, di coinvolgerli senza proposte preconfezionate o inquadrate in schemi sociali che ormai fanno acqua da tutte le parti. Perché i ragazzi di oggi si sentono adulti presto e capaci di fare esperienze da adulti, di essere “fuori” e di saper passare “ fuori”. C’è un idea diffusa che basti lo sport o aprire un luogo “educativo” per educare i ragazzi, per “allontanali dalla strada”. Forse una volta… Oggi è troppo poco, inutile, se attorno a questo non c’è dell’ altro, delle persone che ci sanno fare, che sanno “attirare” e capire i ragazzi attraverso proposte competenti. Lo sport anzi rischia spesso di accentuare la voglia di protagonismo di chi lo pratica o di chi lo guarda se gli allenatori, come purtroppo capita spesso, non sono anche educatori che costantemente si formano. A farne le spese di questa concezione della vita sono i momenti seri che anche a Ballabio vengono continuamente proposti, purtroppo dal solo Oratorio, che con l’arrivo dei Responsabili Laici Carlo e Nicoletta tentano, tra non poche difficoltà, di rilanciare. I numeri sono sconsolanti per il grande impegno profuso: agli incontri il lunedi sera ci sono si e no 10 adolescenti che diventano anche 15 o 20 in momenti "forti" dai 14 ai 17 anni [ su circa 150/170 ] ed ancora meno sono i giovani che partecipano alle iniziative decanali. Il tutto perfettamente allineato con quanto succede nelle altre Parrocchie del Decanato di Lecco ma che non rassicura certo sul futuro sociale e morale dei nostri ragazzi. Si punta il dito sulla famiglia: Dove sono le famiglie di questi ragazzi ? Le famiglie che hanno figli adolescenti e giovani sono terrorizzate ogni volta che il figlio esce di casa e chi ha una figlia ancora di più ! Che può fare la famiglia quando il figlio rifiuta ogni richiamo verso luoghi o persone che vorrebbero educarlo ? Non è una strada la soluzione di chiuderlo in casa così come quella di lasciarlo completamente libero. Di certo non è una via quella di non partecipare, per pigrizia e non voglia, a momenti di incontro dedicati a scuola o in parrocchia [ che sono totalmente disattesi dalle famiglie ] in cui ci si incontra e si può parlare e proporre soluzioni su problemi che sono comuni a tutti e che si pensa siano isolati e limitati a poche famiglie disagiate. E’ difficile per dei genitori ammettere il fallimento di aspettative ed accettare che il proprio figlio da “bravo bambino” si trasformi in uno sballato capace di lasciarsi andare anche oltre il limite. La famiglia ha bisogno di ritrovare quei valori che si sono affievoliti in una continua caccia al denaro e al benessere per poi trasmetterli ai figli come proposte per un futuro positivo. Quello che lascia più costernati è che, nonostante ci sia in ogni realtà un emergenza giovanile, non ci si riesce a trovare attorno ad un tavolo per avanzare proposte comuni atte a sensibilizzare le famiglie su quello che succede e che può succede e per tentare, almeno per calmare la coscienza, di coinvolgere i ragazzi… |
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