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02/08/2004
Opinioni & Cultura
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SAN LORENZO: IL SANTO ARSO VIVO !
Storia della Parrocchia di San Lorenzo vista da Augusto De Micheli
Autore : Augusto De Micheli

LORENZO, il martire santo, è ben ricordato ogni anno il 10 di Agosto e come sua peculiarità ha quella di una morte atroce, da martire. Non ha voluto sottostare - nella sua qualità di Arcidiacono della Chiesa romana - all′ordine del Prefetto di Roma di consegnare le ricchezze della stessa Chiesa. Anzi, distribuì i beni a poveri, indigenti e malati dichiarando al Prefetto "..questi sì che sono i tesori della Chiesa". Per l′insubordinazione fu arrestato ed arso vivo si una graticola.

A Ballabio una delle Chiese è dedicata da lontanissimi anni a San Lorenzo ma solo recentemente (in senso storico-religioso) il nome del Santo è stato legato alla Parrocchia, creata appunto nel 1903 con Decreto Reale del 7 maggio di quell′anno.

Chi ha avuto l′opportunità di scorrere il contenuto del volume ′BALLABIO IERI′ (edito pochi mesi or sono dal Comune) ha potuto trovare materia sufficiente in diversi articoli della sezione ′Vita religiosa′ per entrare nel merito della situazione creatasi per la costituzione della Parrocchia di S.Lorenzo con distacco da quella già esistente. Un veloce sorvolo a quegli articoli ed un tentativo di collegare i relativi contenuti consentono di tracciare,in molta sintesi,un racconto abbastanza attendibile sui motivi della creazione della nuova Parrocqhia.

Si deve premettere che attorno al 1900 i cittadini di Ballabio erano divisi in due comunità civili con popolazione aggirantesi in 530 nel Comune Superiore e circa 380/400 nel Comune Inferiore. Nel febbraio del 1894 a capo della DiocesiAmbrosiana (dopo la morte di Mons. Calabina) viene nominato quale Arcivescovo Mons. Andrea Carlo Ferrari che si dedicherà moltissimo alle Visite Pastorali: in pochi anni visitò quasi ottocento parrocchie della Diocesi per ben tré volte, ma fu impedito alla quarta visita a causa di malattia. II Card.Ferrari spingeva il suo apostolato nelle montagne inacessibili e nelle valli deserte e suo impegno era sempre quello di ristrutturare qualche Chiesa antica o costruirne di nuove. E′ certo che alla vigilia della sua morte aveva consacrato circa duecento chiese (cfr.Storia della Chiesa Ambrosiana - vol.IV)

Sul piano sociale-politico va ricordato a metà dell′ultimo decennio del XIX secolo l′aumento della disoccupazione e l′aumento del costo della vita, in particolare del pane, motivo dei vari disordini del 1898.

Pur in questo quadro le genti di Ballabio pensavano anche alle cose della fede: la Parrocchia era unica, in S.Maria Assunta,(costituita nel maggio 1412 per scissione da Castello di Lecco) e presso la stessa si svolgevano tutte le funzioni ufficili spettanti al Parroco. Per lungo tempo in S.Lorenzo (modesta chiesetta-oratorio sita nel Comune Inferiore) veniva officiata nei giorni festivi (e raramente nei feriali) una Messa da parte del Sacerdote-Cappellano, titolare del ′Beneficio Bracone′ (risalente al XVI secolo). Nei cittadini del Comune Inferiore intanto maturava il desiderio di avere essi stessi una propria ed autonoma parrocchia; sta di fatto che nel 1890 viene a mancare il Sacerdote Silvestro Melesi che, quale titolare del richiamato ′beneficio Bracone′ aveva l′impegno delle messe in S.Lorenzo. Tra i Sindaci delle due Comunità nasce subito il problema di sistemare la questione sia per ragioni di fede... ma anche di ordine pubblico.
Del tutto si dirà molto brevemente: è siglato un accordo (tra i Sindaci) dal quale si rileva che tale don Giovanni Gilardi subentrerà nei doveri del defunto don Melesi. Ma.... don Gilardi è il Coadiutore del Parroco di S.Maria Assunta e dovendo dedicare parte delle sue energie - attività per S.Lorenzo crea non facili contrasti e gelosie nelle genti di Ballabio Superiore. Il malumore tende a dilagare e si arriva anche ad una "diffida" da parte del Comune Inferiore a carico di don Gilardi "... non provvede in prò del Comune di Ballabio Inferiore all′adempimento degli oneri religiosi....". A questa parte di disagio partecipano ognuno per la propria competenza, il Vicario di Lecco e la Curia di Milano. A tale proposito il suddetto don Gilardi, nominato poi nel 1903 primo Parroco di S.Lorenzo, scriverà nelle sue memorie: ".....nacquero dissapori tra i due Comuni, dicerie e avversità....successe una sollevazione a Ballabio Inferiore capitanata dalle donne di ogni età e condizione.... ci volle l′intervento dei Reali Carabinieri per tre feste consecutive...."

La situazione porta ad esasperare gli animi sinché il 16 ottobre 1897 il Card. Ferrari in Visita Pastorale alla Parrocchia di S.Maria conosciuta la situazione di antagonismo e disagio, salito al pulpito disse che non c′era da perdere tempo ed annunciò che "... entro un anno avrebbe diviso la Parrocchia, erigendo la nuova di S.Lorenzo in Ballabio Inferiore". La notizia fu accolta dalla comunità Inferiore con grande gioia e sempre don Gilardi scriverà : "... Sua Eccellenza faceva i conti senza l′oste; invidie, ostacoli e qualche volta rivolta agli ordini religiosi, persino contro il Cardinale..." furono i motivi che allontanarono la data della creazione della Nuova Parrocchia.

Facendo salti cangureschi su diversi avvenimenti si deve solo ricordare quante energie, passione e tempo furono spesi per l′assegnazione dei beni formanti il ′beneficio Parrocchiale′ ed i tempi necessari per le burocratiche relative autorizzazioni: II Drecreto del Card.Ferrari è del 27 ottobre 1902, mentre il decreto Reale (che sanziona la bolla arcivescovile) è del 7 maggio 1903 e quello della Regia Prefettura che concede il "placet" alla nomina di don Gilardi quale primo Parroco di S.Lorenzo è solo del 30 giugno 1903. E così,pur avendo tralasciato qualche complesso dettaglio, si è qui ricordato come nacque la Parrocchia di S.Lorenzo nella vetusta chiesetta allora esistente sulla attuale omonima piazza. Per vedere però sorgere e consacrare la nuova Chiesa Parrocchiale di S.Lorenzo ci vorranno oltre treni′anni (precisamente Ottobre 1936 - Card.Schuster); ma per le finlture di dettaglio interne ed esterne occorse non meno di mezzo secolo ancora.

A conclusione non resta che ricordare e sempre apprezzare gli intendimenti, la volontà e le decisioni dei nostri "avi" per la realizzazione di una autonoma Casa della Fede, da difendere.


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