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27/08/2006
Opinioni & Cultura
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VERDE BALLABIO... CHE RICORDI !
I prati di Ballabio scompaiono uno a uno. Ma com'era la Ballabio verde che non c'è più ?
Autore : Augusto De Micheli

Sento nel mio intimo un richiamo forte al passato, al lontano passato. Vedo attorno a me in paese, tanta gente… ma gente che non conosco; gente nuova per me, con visi da ex-cittadini.
Quando io ero ragazzo(non fatemi dire quanti decenni or sono) era tutto diverso. Il colore che imperava in paese era il grigio(sporco o poco pulito delle case, causa il fumo dei camini) ed il verde dei prati. Un verde molto vasto, giovanile, vigoroso, quasi più vasto dell′azzurro del cielo. Se immaginiamo le due frazioni di Ballabio con le abitazioni attorcigliate su se stesse, si deve anche immaginare l′ampia superficie che si staccava dal muraglione di sostegno della Chiesa Beata Vergine Assunta e via via scendeva a gradoni, appena lambendo la frazione Inferiore, e così giù sino ad oltre il cimitero di Ballabio Inferiore. Verde, verde, ancora verde con le sue cromatiche variazioni; rarissime le piante (quelle del gelso ornai non esistevano più). Era un verde apparentemente senza anima ma, per contro, frequentatissimo dai contadini proprietari ad epoche precise e ben determinate. Contadini tutti, che quasi all′unisono, si muovevano per la concimazione ad inizio inverno, per la pulizia del prato all′inizio della primavera, indi per il primo raccolto del fieno a fine maggio (il taglio del "mageench" iniziava anche alle ore 4 o 5 del mattino),poi il raccolto del ′secondo’,indi il "terzoeul" ed infine per far pascolare il bestiame a settembre-ottobre dopo la discesa dei bovini dai monti e prima di ricoverarli nelle stalle per l′inverno.
II verde assumeva colori diversi, a seconda del taglio, a seconda della pioggia; i prati comunque al soffiar del vento assomigliavano alle acque del mare: l′erba, coi suoi disparati colori arricchiti da quelli dei fiori, ondeggiava più o meno mollemente, obliquando di qua o di là come se sostenuta da- una armonica sinfonia. Quel verde, ossia quelle erbe erano un ′tesoro’; e se a qualche ragazzo (come capitò anche a me) sfuggiva il pallone e per recuperarlo si schiacciava l′erba, capitava di sentirsi vociare alle spalle "foeura dell′erba che te me la schicet" ! Non c′era da scherzare; anche d′estate quando alla sera il fieno veniva raccolto in tanti covoni, era rischioso girare, per gioco od altro, tra questi mucchi profumatissimi.
II contadino sorvegliava !
E′ vero c’ era del timore ad avvicinarsi al "tesoro" verde, ma quella vegetazione era una ricchezza, libertà, salute, aria pura, senso di freschezza, vista gradevole e quant′ altro di bello si può immaginare.
E oggi ?
Non proseguo !
Tutti i gusti sono gusti !


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