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09/12/2006
Opinioni & Cultura
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UN ALLARME SERIO PERICOLOSAMENTE INASCOLTATO !
Nel 2010 il territorio esposto a frane e alluvioni.Entro il 2100 crisi economica mondiale
Autore : Piazza Giacomo

L′allarme lanciato da “Il Resegone” del 17 Novembre 2006 è di quelli seri: < L′ ambiente [ nella nostra Provincia di Lecco ] è in via d′estinzione, senza regole [ come si sta facendo adesso ], nel 2010 il territorio sarà esposto a rischio frane e alluvioni... > se sommato al Rapporto del consigliere economico di Tony Blar, Nicholas Stern: < Da oggi entro il 2100 fino al 20 per cento del prodotto lordo mondiale sarà perso per colpa dei cambiamenti climatici. Ci saranno fino a 200 milioni di profughi, l′esodo più massiccio della storia moderna, in cammino per scappare dal deserto. Sono le due cifre che riassumono lo scenario del futuro climatico dipinto non da un ambientalista ma da un ex dirigente della Banca mondiale, l′economista Nicholas Stern.... >

I dati diffusi dal “Il Resegone” sono impressionanti per la loro crudezza e riguardano tutto il territorio provinciale: In Valsassina ad esempio l′aumento di superficie Urbanizzata è stato del 75% dal 1997 al 2004, da 1200 ettari a 2100 ettari. L′incidenza della superficie urbanizzata sul territorio della Valsassina è del 6%. Il 15% del territorio della Provincia di Lecco è urbanizzato (escludendo i Parchi).. < In poche parole, dove c′erano 4 case, ne sono state costruite altre 3. La montagna, che continua ad essere pericolosamente mangiata dal cemento, è un gigante fragile... > Dice Carlo Caccia di Legambiante: < I fenomeni alluvionali nel territorio sono diventati piuttosto frequenti. Se una volta i pascoli garantivano un efficace azione drenante [ e gli agricoltori garantivano la pulizia del sottobosco ], gli ambiti di golena sono praticamnete scomparsi esponendo il territorio ad esondazioni inevitabili [ e il territorio disboscato a frane ]. > D′ altronde, non bisogna essere scienziati per capirlo: il prato assorbe l′acqua, il cemento no. Così gli alberi, ce lo insegnavano alle elementari, trattengono il terreno, il cemento no. Nel nostro territorio quando piove forte c′è da preoccuparsi seriamente che più di una nuova costruzione sia stata realizzata... con i piedi d′argilla o sotto qualche pendio franoso!

L′ultimo boom edilizio al momento inarrestabile, come dice Caccia su “Il Resegone” : < E′ la legge della domanda e dell′ offerta. Anche se qualche volta il dubbio che ci si trovi difronte a casi di speculazione – visti i prezzi alle stelle – è piuttosto forte. > Difficile pensare che ci sia nel territorio un fabbisogno di case dove il 90% e più delle famiglie è proprietario dell′ abitazione dove abita ! C′è nel cittadino che "domanda" una perdita del senso della misura: ci si indebita follemente per acquistare il nuovo più bello e a volte nemmeno un po′ più grande ! Vendendo quella casa, quei prati o boschi che hanno significato la vita e sacrifici inimmaginabili per i propri avi ed anche di conseguenza il proprio “esserci” oggi... L′ egoismo dilagante acceca e fa disprezzare in ognuno di noi la propria storia e il senso della realtà.

Chi dovrebbe fare qualcosa sono gli amministratori e i cittadini: i primi, non dimentichiamolo, legittimi rappresentanti dei valori e ideali dei secondi. Il cittadino è coinvolto da tempo in un orgia di benessere che ottenebra la ragione ed anche la vista, perchè i cambiamenti climatici e i rischi sono ormai visibili ma non ci si fa caso. Spesso i politici si presentano su un territorio con dei programmi ecologici vaghi che non sempre rispettano, concedendo facilmente licenze edilizie, facendo lievitare i prezzi di aree verdi lottizzate che finiscono vendute ai costruttori senza che il cittadino abbia possibile controllo su queste scelte.

Spesso gli anziani amano ripetere: “..eh…non ci sono più le stagioni come una volta…”. E hanno ragione quel modo di dire non è sbagliato, anzi sintetizza molto bene il clima e l’ambiente in cui viviamo oggi.
Non è una novità, il clima sta cambiando nel nostro territorio, è ormai è una drammatica realtà che provoca danni alla salute, alla sicurezza e al benessere dei cittadini. Ed è un cambiamento che abbiamo causato noi ! Un’estate con temperature che sfiorano i 44 gradi in certe zone, un’ Autunno con venti freddi e sole primaverile, campi che chiedono l’acqua, e quando arriva se ne va via veloce, troppo per alimentare le falde idriche. L′ inverno con la nebbia e temperasture superiori ai 10 gradi e umidità da... tropici senza neve! Questo è più o meno la situazione che ci sarà nei prossimi anni, e quella attuale non è poi lontana dalle previsioni. Il territorio ogni giorno ci dà qualche segnale del suo malessere, ma noi abbiamo spesso la testa altrove o magari speriamo che ci pensi qualcun altro, magari un premio Nobel o qualche esperto. Il vero è che dovremmo pensarci noi, tutti, ma non ne siamo capaci !

I pubblici amministratori , e noi cittadini, non abbiamo il coraggio di prendere decisioni che risulterebbero impopolari o scomode anche perchè dovrebbero limitare fortemente i due principali miti italiani: la casa e l′ automobile. Non sarebbe difficile sul territorio di un Comune valutare nella superficie abitabile utile (escludendo le colline e le montagne) se c′è ancora spazio per costruire, bloccando coraggiosamente il nuovo dove non necessario e recuperando le aree industriali dismesse per il 90% a verde pubblico. Inoltre bisogna attuare una seria politica di prevenzione e sicurezza ambientale con studi geologici indipendenti che valutino la stabilità di ogni abitazione e terreno, con il coraggio di demolire quanto costruito non in luogo sicuro ricercando le soggettive responsabilità amministrative ed edilizie.

Nel nostro territorio non esite una "coscienza ecologica" e di conseguenza una classe di amministratori che la rappresentino. Il bene comune di un territorio, non è la casa, la fabbrica, l′edificio pubblico o il supermercato, ma il verde dove stare e camminare e di vivere in un ambiente sicuro e pulito. Questo purtroppo interessa poco e quando ci interesserà sarà forse troppo tardi !

In questi giorni ci lamentiamo perchè non arriva un po′ di neve, magari in montagna dove vorremmo andare a sciare ma, come è già stato detto, nei prossimi anni la neve arriverà sopra i 2000 metri e le nostre prealpi diverranno come gli appennini, dove non nevica sempre e quando lo farà la neve resterà a terra per poco tempo a causa del caldo. Basta guardare i dati della nostra stazione meteo per capirlo: le temperature registrate sono sopra i 10 gradi e l′umidità superiore al 90% con la nebbia! Un clima tropicale più che alpino ! Chi ha sempre vissuto economicamente con la neve dovrà rassegnarsi a cambiare lavoro e così entrerà in crisi tutto quell′indotto che ruota attorno alla neve. Questo è un piccolo esempio del cataclisma economico/ecologico in atto !

In poche parole abbiamo al massimo 10 anni per ridurre le emissioni di gas serra e solo 4 per passare dal consumo alla valorizzazione del territorio, e se non ci riusciremo ci toccherà abitare (sempre che sia possibile) su un territorio ben diverso da quello che abbiamo finora conosciuto. Ogni volta che piove un po′ più forte del solito dovremo sperare che la nostra nuova casa sia costruita in un posto sicuro o che non ci crolli addosso quella del vicino. Ogni volta che usciremo di casa dovremo sperare di non ammalarci perchè l′aria che riespiramo non è pulita e le emissioni di raggi UV ci bruciano la pelle !

L′uomo oggi è avviato, come mai nella sua storia, verso l′ autodistruzione accecato da un egoismo globale che privilegia il solo interesse economico personale di pochi che condizionano poi la vita di tutti con una cupidigia che mai si era manifestata nei tempi. Manca la voglia di rinunciare a un po′ di questo benessere per vivere in un mondo più a "misura d′uomo".

Bibliografia:
"Il Resegone" del 17 Novembre 2006
Reuters - World has 10-year window to act on climate: exper


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