10/12/2006 Parrocchie di Ballabio Letta 4 volte L’ARCIVESCOVO DIALOGA CON I NOSTRI BAMBINI Lettera di Natale del Card.Tettamanzi ai bambini Autore : Elena Bolognesi Cosa troveranno i bambini accanto al presepe nel prossimo Natale? Tra giocattoli e dolci troverà posto anche quest’anno una lettera del loro Arcivescovo: una lettera piena di disegni colorati e fotografie, una lettera da leggere ed ascoltare... insomma, una lettera proprio per i bambini ed esclusivamente per loro. All’inizio della lettera, il cardinale Dionigi Tettamanzi apre le porte della sua casa, in Arcivescovado, anch’essa addobbata a festa: c’è anche «un bell’abete illuminato e decorato con tanti frutti colorati e con dei simpatici angioletti fatti con i maccheroni». Questo dice da subito il tono affettuoso e confidenziale di tutta la lettera, quasi un dialogo sottovoce, prima della buonanotte, di quelli che sanno fare i nonni saggi con i loro nipotini. È uno dei modi più antichi e più belli di raccontare la fede e trasmetterla di generazione in generazione. Tornando al testo della lettera, è quindi dall’immagine della casa che essa prende spunto. Ci sono tante case che a Natale si riempiono di persone, di allegria e familiarità. E tuttavia, la casa non è un bene scontato: «Basta accendere la tv per vedere il telegiornale - osserva l’Arcivescovo - che racconta spesso tragedie, guerre solitudini e povertà». I vangeli raccontano che Gesù stesso «ancora piccolissimo e i suoi genitori sono stati anche profughi, perseguitati, costretti a fuggire in una terra straniera». Questo significa anzitutto che Dio stesso «ha voluto cercare una casa tra gli uomini per mostrarci che sempre il suo amore è in mezzo a noi». Ecco allora che nel dialogo iniziato con i bambini, l’Arcivescovo si prepara alle tante domande che, con la curiosità e la voglia di conoscere che li caratterizza, non esiteranno a porgli. I bambini sono concreti e chiedono risposte vere, suggerimenti realizzabili, e il loro Arcivescovo non si tira indietro: di fronte ad un problema così grande come quello dei profughi e dei senzatetto, così grave che neppure i grandi sanno bene come risolverlo, i consigli dell’Arcivescovo vanno nella direzione della consapevolezza e della responsabilità personale, fatta di piccoli gesti e grandi pensieri. E non bisogna pensare che i bambini siano troppo piccoli... perché la «strana e bellissima legge dell’amore che Gesù ci ha insegnato» comincia dalle piccole cose per trasformare il mondo. Il segreto sta nello spalancare le porte del cuore e della propria casa, per accogliere Gesù e tutti coloro che lui ci chiede di non dimenticare. Un esempio molto concreto? «La mamma di Gesù è la prima e insuperabile casa di Dio tra gli uomini». La lettera, come dicevamo all’inizio, è anche da ascoltare, grazie al Cd realizzato dall’Antoniano di Bologna che è allegato al volume. A conclusione di questo dialogo pieno di affetto, l’Arcivescovo invita i bambini trovare insieme i passi di una danza («Non ditelo a nessuno però. Non lo faccio mai con gli altri!»), sulle note di «Pim pam», una canzoncina che tanti ricordano di aver cantato in oratorio, con gli scout o in gita scolastica. Una colonna sonora semplice e facile da ricordare, che accompagna idealmente il cammino verso un’altra casa, «piene delle cose belle che Dio ha preparato per noi fin dall’eternità...». |
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