Insegnare… un impegno per la vita
di Grazia Tasini
A
volte non si sceglie ma si è scelti. A 14 anni volevo frequentare il
liceo artistico che però era lontano dalla mia città. In quegli
anni i genitori decidevano, consigliati dall’amico don Michele che riteneva
più idoneo per una bambina diventare maestra. Così nel 1967 sono
diventata maestra elementare e ho cominciato il cammino in salita per un posto
di lavoro, senza molto entusiasmo. Ritenevo infatti che insegnare non mi sarebbe
piaciuto. Ma la fortuna mi ha sorriso. Ho cominciato a lavorare nelle scuole
popolari per adulti analfabeti. Il rapporto umano con queste persone mi ha cambiato
la vita: mi hanno donato il loro affetto e mi hanno fatta sentire utile per
loro. Per alcuni ricevere il diploma di quinta elementare ha portato cambiamenti
importanti di vita e di lavoro. Per tre anni, di sera, ho viaggiato nelle campagne
dell’entroterra per raggiungere queste scuole, poi sono entrata in un istituto
per ragazzi e adulti, portatori di handicap. Non è stato facile in principio,
ero giovane e non abituata a certe patologie. Ma ancora una volta l’affetto
e il calore di queste persone hanno fatto il miracolo. Mi hanno accettato, mi
hanno voluto molto bene e mi hanno insegnato che relazionarsi è la cosa
più importante per una persona.
I concorsi, nel frattempo, erano stati sospesi e così ho cambiato lavoro
e sono diventata impiegata del Patronato Acli della mia città. Stare
allo sportello, ascoltare le persone, risolvere i loro problemi mi ha fatta
crescere ulteriormente ed ho capito che il lavoro che facevo aveva, in forma
diversa, ancora attinenza con la mia formazione. Ero soddisfatta e non pensavo
più tanto alla scuola ma nel 1980 ho partecipato al concorso per insegnante
di scuola dell’infanzia perché c’erano stati importanti cambiamenti nella
mia vita affettiva. Ho vinto il concorso e sono diventata insegnante di ruolo.
Ho realizzato il mio desiderio di ritornare nella scuola. Per dieci anni ho
collaborato con diverse insegnanti, in scuole diverse, occupandomi di bambini
diversamente abili. E’ stato un periodo molto impegnativo, perché le
patologie erano molto gravi, ma ero determinata a ricercare soluzioni il più
possibile idonee a risolvere i problemi e aiutare questi bambini a raggiungere
sempre più obiettivi. Sono stati anni di grande sforzo mentale e fisico
ma anche colmi di soddisfazioni e riconoscimenti sia da parte delle famiglie
che delle colleghe con le quali ho vissuto intensamente la parola collegialità.
Nel
1990 sono entrata nella scuola di Ballabio, che mi ha offerto, negli anni, l’affetto
dei suoi figli. Ho cercato sempre di contraccambiare ed ho adeguato le mie scelte
educative – didattiche, a volte anche difficili, pensando prima di tutto a loro.
Essere insegnante titolare per me è stato il coronamento di tante aspettative
e ha accresciuto la mia voglia di contribuire alla crescita di questo paese
con tutto il mio impegno. Aver vissuto tante esperienze diverse per luoghi e
situazioni, mi ha fatto pensare che essere educatrici è un impegno per
la vita. Occorre proseguire il cammino per acquisire sempre più competenze,
aggiornarsi continuamente e mettere in pratica quello che si è appreso.
Solo in questo modo si cresce sia nel sapere sia a livello personale ed educare
diventa una sfida a migliorarsi.
Ora che sono in pensione queste sfide mi mancano e soprattutto mi è venuto
a mancare quel “formicolio interiore” che mi coglie quando sto elaborando nuove
idee. Ringrazio le insegnanti della scuola elementare e materna che mi hanno
offerto la possibilità di non perdere il contatto con i bambini e di
portare avanti, con entusiasmo, nuovi progetti.
Dicembre 2005